In cammino con l’islam sulla strada del dialogo

Il simun soffia caldissimo. L’aria è bollente. La sabbia infuocatasi solleva e ricade più in là. Le ondate di calore sembrano delineare nell’aria figure umane. Tra queste quella di un uomo dimesso, curvo sulle spalle, con una barba incolta. La sua sagoma si staglia appena e sale veloce verso il cielo. Miraggio? Può essere. Ma lo spirito di Charles de Foucauld è ancora qui nelle vaste e desolate terre del sud dell’Algeria. Tra i granelli di sabbia. Tra le rocce arroventate. Nella memoria dei pochissimi cattolici e in qualche musulmano che vivono qui in questa vastissima eppure quasi disabitata regione. «Quando la pandemia di covid-19 non si era ancora diffusa — spiega John Gordon MacWilliam, vescovo di Laghouat — c’erano numerosi pellegrini cristiani, provenienti soprattutto dalla Francia, che visitavano i posti in cui il beato de Foucauld ha vissuto, Béni Abbès e Tamanrasset, e dov’è sepolto, el-Meniaa. Cattolici facevano ritiri in alcuni siti legati a lui, specialmente quelli legati alla famiglia religiosa di de Foucauld. In alcuni periodi dell’anno, c’erano anche gruppi di musulmani. Ora, per evitare il diffondersi del contagio, le visite sono diminuite progressivamente, fino a sparire».

Da www.osservatoreromano.it del 19/12/2020

IN CAMMINO CON L’ISLAM