“Un bagaglio di conoscenze destinato a restare” sottolinea Moretti, la cui professione è quella di compositore e direttore d’orchestra (sua la musica per la celebrazione del centenario dalla nascita di Tullia Zevi al Quirinale). Non a caso questo viaggio negli spazi della Parma ebraica inizia da un pianoforte, da mani che si muovono sulla tastiera per condurci negli alti e bassi di una storia complessa, tra editti di espulsione, riconquista dei diritti, un forte slancio e contributo nell’epoca risorgimentale. “Un progetto che le istituzioni hanno accolto con favore in cinque minuti d’orologio. Un significativo riconoscimento a un’operazione culturale di alto livello”, afferma soddisfatto Moretti.
Il filmato documenta la bellezza architettonica delle sinagoghe di Parma e di Soragna, nonché i dipinti di Isacco Gioacchino Levi, il museo Fausto Levi e molto altro ancora. Si va alla Palatina, naturalmente. E si ricostruiscono le drammatiche vicende della persecuzione nazifascista ricordate in città, da qualche anno, anche dalla posa di varie pietre d’inciampo. Una sosta, in una realtà così impregnata di cultura, arte ed eleganza, la si fa anche a Busseto. La patria di Giuseppe Verdi, ma anche lo sfondo a stimolanti intrecci che misero in gioco, ancora una volta, il mondo ebraico. Storie non sempre così conosciute dal vasto pubblico. “Il documentario vuol risvegliare l’interesse generale”, conferma Moretti. Eloquente quel che gli è accaduto consultando alcuni antichissimi documenti in Palatina. La firma precedente alla sua, nel registro, era quella di Gershom Scholem. “Ammetto che ho provato un brivido, un’intensa emozione” dice a proposito di quella scoperta. Un brivido e una conferma della strada che è essenziale percorrere ancora “per avvicinare sempre più parmigiani a questa realtà e ai suoi molteplici stimoli”.